UN SUPPORTO PSICOLOGICO PUO’ DAVVERO ESSERE DI AIUTO?
Qualche mese fa ci è stata prospettata l’idea di istituire in farmacia un servizio di supporto psicologico specificamente orientato verso la sfera dei disturbi alimentari di grado lieve o moderato, quali, a titolo di esempio, tutti quei peccati di gola, quelle piccole compulsioni, quelle ricerche di sfogo o di appagamento nel cibo che rendono difficile perdere i chili in eccesso o mantenere uno stato di forma e benessere fisico. Ci siamo interrogati se tale supporto avrebbe potuto essere realmente di interesse verso i pazienti e abbiamo provato a riflettere su cosa sia il cibo nella nostra società e quali siano le maggiori difficoltà che i pazienti riferiscono in questo ambito quando vengono in farmacia a chiedere qualche consiglio su cosa fare per eliminare i chili di troppo.
Cosa è il cibo per noi oggi? Quale ruolo occupa nella nostra vita personale e nella società in cui viviamo? Quali e quanti input riceviamo in questo senso?
Trasmissioni televisive incentrate sulla cucina, in cui cuochi affermati o aspiranti tali divengono vere e proprie star, canali televisivi dedicati unicamente al cibo, blog nati per diffondere ricette e metodi di cottura, pagine Facebook e post dedicati alle più svariate pietanze sono lo specchio di una società in cui il cibo è diventato uno dei fenomeni social maggiormente diffusi e dibattuti ai giorni nostri: è infatti sufficiente accedere ad un qualsiasi canale di informazione, che sia sfogliare una rivista o un quotidiano, entrare in un’edicola, accedere ad una pagina web o accendere la televisione per imbattersi quasi ad ogni ora in qualcosa che ci parli del cibo e stuzzichi la nostra curiosità e gola. Nella nostra società si è assistito ad un progressivo e rapido processo di spettacolarizzazione del cibo: ovunque possiamo trovare qualcuno che ci spiega e insegna quale pietanza mangiare, come prepararla, come servirla e presentarla per essere all’altezza di ogni situazione!
Nel corso dei secoli, fin dall’antichità, l’uomo ha sviluppato una sorta di approccio edonistico verso il mangiare; i lauti banchetti a corte nelle epoche delle società greco-romane sono da sempre rinomate ed erano specchio di opulenza e ricchezza; le rappresentazioni dell’arte pittorica e della letteratura nel corso della nostra storia hanno spesso utilizzato il cibo come strumento per evidenziare la differenza tra i vari strati sociali (banalmente, le classi più povere in attesa delle briciole cadute dai banchetti dei ricchi e potenti).
Se si vuole ottenere qualcosa da qualcuno, l’elemento-cibo è spesso un tasto molto sensibile ed efficace.
Per quanto questa affermazione possa immediatamente richiamare alla mente le privazioni forzate utilizzate come strumento di tortura, eviteremo di citare esempi barbarici e privi di umanità; limitandoci invece ad argomenti più lievi, chi non ha mai sperimentato da bambino la frustrazione di sentirsi minacciati di andare a letto senza cena o di essere privati del proprio alimento preferito! Qualcuno di noi si sarà visto privare per un qualche periodo di qualcosa di molto gradito come castigo per questa o quella mancanza: “dato che non ti sei comportato bene, invece della pizza stasera minestrina!”…”se volete il gelato, dovete comportarvi bene!”…..sono esempi di piccole privazioni innocue da un punto di vista fisico, dato che nessun bambino che abbia dovuto “accontentarsi” della minestrina invece della pizza avrà dovuto subire o affrontare sofferenze di tipo fisico: il corpo avrà comunque ricevuto adeguato nutrimento.
Non bisogna infatti mai dimenticare che il cibo è fisiologicamente una fonte di sostentamento per l’organismo, la benzina che serve per alimentare una macchina assai complessa quale il corpo umano, in cui esistono innumerevoli circuiti metabolici che necessitano di energia per potersi attivare, ma che non distinguono affatto se i nutrienti necessari arrivano da una pietanza prelibata o da un sostitutivo dei pasti privo di gusto o magari sintetizzato in laboratorio.
Tuttavia, senza addentrarci in tematiche che i professionisti del settore potrebbero meglio spiegare, ed in modo particolare la dottoressa con cui collaboreremo a partire dal prossimo mese, tutti sanno che mangiare è anche una forma di appagamento della sfera emozionale.
Esistono infatti dei centri cerebrali del piacere che ricevono appagamento dall’esperienza dei sensi verso il cibo: vista, olfatto e gusto, adeguatamente sollecitati dai colori, dai profumi e dagli aromi, mandano impulsi ad una parte del nostro cervello che li decritta e ci permette di provare una sensazione di piacere, tanto più intenso e appagante quanto più intense saranno state tali sollecitazioni sensoriali.
Quando una persona decide di iniziare una dieta per perdere peso e recuperare uno stato di forma fisica che sia soddisfacente, deve essere prima di tutto motivato e convinto: come tutti i sacrifici, anche quello alimentare richiede un consistente sforzo emotivo. E’ opportuno peraltro sottolineare che le diete dimagranti più efficaci sono quelle graduali, in cui il peso finale dovrà essere raggiunto in un tempo tanto lungo quanto maggiore è il calo ponderale complessivo. Ne consegue che la motivazione dovrà necessariamente essere molto forte proprio perché i sacrifici dovranno perdurare nel tempo.
A proposito della determinazione del peso finale da raggiungere è opportuno evitare di decidere autonomamente tale limite senza essersi consultati con un nutrizionista, soprattutto se il calo ponderale risulta particolarmente significativo. Può essere peraltro molto utile ricorrere ad esami strumentali quali la valutazione della composizione corporea tramite la Bilancia Impedenziometrica: tale strumento è in grado di eseguire una scansione dettagliata del corpo fornendo le percentuali di massa magra, massa grassa e acqua presenti, nonché una indicazione di massima circa il proprio peso ideale. Ricordiamo che è possibile eseguire questo esame nella nostra farmacia in qualsiasi momento, senza appuntamento e in modo gratuito.
Non ci addentreremo assolutamente nei particolari di quali possano essere le leve sensibili e quali le chiavi motivazionali necessarie per superare gli ostacoli emozionali….tutto questo, per evitare di incorrere in considerazioni banali, deve essere lasciato a persone competenti! Ed è per questo che abbiamo accolto con favore la proposta di collaborazione con una figura professionale qualificata. Crediamo, con le nostre competenze, di poter tentare di consigliare al meglio possibile i prodotti e i supporti nutraceutici di volta in volta più indicati a seconda di svariati fattori quali per esempio lo stile di vita, le abitudini alimentari, o la minore o maggiore presenza di questo o quello tra i diversi macronutrienti.
Possiamo inoltre ricordare come nel recente passato alcuni medici specialisti in ambito nutrizionale rilasciavano ai pazienti prescrizioni di farmaci antidepressivi (per esempio la Fluoxetina, farmaco in grado di agire come riequilibratore serotoninergico) come supporto durante il periodo, prevedibilmente piuttosto lungo, di regime alimentare ipocalorico: questo elemento sottolinea ancora una volta l’importanza di un supporto a livello psicologico per il quale noi farmacisti non siamo qualificati.
Per provare a colmare questa lacuna, chiunque riterrà di poterne avere bisogno, potrà usufruire della consulenza di una psicologa allo scopo di sciogliere i nodi e risolvere le criticità emozionali relative alla sfera nutrizionale.
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