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FARINGITE E LARINGITE, ovvero: “DOTTORESSA, HO UN MAL DI GOLA E UNA TOSSE CHE NON LE DICO”

Farmacia Visini

Sappiamo bene quanto la stagione fredda sia un perfetto ambiente per le affezioni della cavità orale, soggetta a continue e fastidiose sollecitazioni sia per le condizioni esterne (sbalzi di temperatura, aria secca tipica degli ambienti riscaldati o degli abitacoli delle autovetture sono alcuni esempi molto noti), sia per le aggressioni di agenti patogeni (virali o batterici) particolarmente diffusi in questa parte dell’anno. Quando qualcuno si presenta in farmacia rivolgendoci questa frase introduttiva, normalmente ne consegue una richiesta di consiglio, o una richiesta di prodotto, di cui si è avuta esperienza in situazioni analoghe o di cui si è sentito parlare grazie al canale pubblicitario o nel vastissimo mondo del web; compito del farmacista è quello di approfondire correttamente la situazione genericamente espressa dal cliente/paziente, sia per poter dare il consiglio più corretto, sia per poter eventualmente confutare o modificare al meglio l’idea con la quale oggi sempre più spesso i clienti si presentano in farmacia. 


Mal di gola: tipologie e localizzazioni

Il cosiddetto “mal di gola” può in realtà interessare diverse parti della cavità orale a seconda che colpisca la Faringe, la Laringe o la parte tracheale un pochino più in basso: nei diversi casi, potranno pertanto esserci diagnosi di faringiti, di laringiti, di tonsilliti o anche di faringo-tonsilliti o laringo-tonsilliti, in tutti i casi di origine virale o batterica oppure anche non microbiologica…..insomma, apparentemente una casistica estremamente variegata, talmente vasta da far sembrare estremamente complesso potersi orientare per mettere in atto la corretta terapia. In realtà, pur trattandosi di parti differenti della cavità orale, tra di esse collegate, il quadro sintomatologico e conseguentemente l’approccio terapeutico non sono complessivamente del tutto differenti. Ci sono sicuramente alcuni tratti distintivi, che vedremo tra poco, che in determinate circostanze possono essere molto significativi.


La causa del mal di gola

Un primo elemento che sarebbe certamente opportuno provare a determinare tra tutti gli stati infiammatori delle diverse parti della gola è la possibile origine batterica, ed in particolare la possibile presenza di Streptococco Beta-emolitico di tipo A. Alcuni tratti del quadro sintomatologico possono far sospettare la presenza di un batterio: ingrossamento dei linfonodi, essudato tonsillare (le cosiddette “placche”) sono elementi che suggeriscono l’opportunità di un approfondimento diagnostico (esecuzione di un tampone per la ricerca dello Streptococco, determinazione del valore della PCR, che spesso tende ad alzarsi in modo significativo in presenza di infezioni batteriche, soprattutto se in concomitanza con un aumento del valore dei Granulociti emerso dalla formula leucocitaria degli esami del sangue). In caso di confermata infezione batterica è opportuno iniziare una terapia antibiotica: nel caso delle infezioni da Streptococco, il farmaco d’elezione è l’Amoxicillina (in particolare abbinata ad Acido Clavulanico che sinergizza con l’Amoxicillina concorrendo a minimizzare il rischio di resistenze batteriche), ma non sono esclusi anche altri antibiotici in caso di recidive, di allergie o di inefficacia di un primo approccio terapeutico con il farmaco più indicato in teoria. Potranno pertanto essere prescritte terapie con Cefalosporine (Cefalexina, Cefixima, Cefaclor, quest’ultima molto usata in particolare nei bambini anche se oggi un pochino in declino), con Macrolidi (Claritromicina o Azitromicina) oppure, in casi molto particolari, con Aminoglicosidici (Gentamicina, Streptomicina…molto rari). Giova sottolineare due importanti elementi:

  • la terapia antibiotica non punta a lenire i sintomi ma a curare le cause che li determinano: per questa ragione, gli antibiotici affiancano e non sostituiscono gli altri rimedi prescritti per alleviare il quadro generale del paziente. 

  • il problema delle resistenze batteriche contro cui si sta cercando di combattere da tempo, sottolineando l’importanza di non abusare degli antibiotici, è alla base della tendenza sempre più sviluppata a ricorrere ad un diverso farmaco rispetto a quello d’elezione: nel caso specifico delle infezioni da Streptococco, sempre più i medici stanno scegliendo di prescrivere un Macrolide invece dell’Amoxicillina a causa del crescente numero di casi di recidive, verosimilmente indotte da resistenza al farmaco somministrato in prima battuta. Questa, a tendere, è una situazione potenzialmente molto rischiosa. 


Localizzazione e terapia

Come dicevamo, ci sono almeno due elementi da valutare, che costituiscono un importante fattore discriminante per distinguere le laringiti dalle faringiti: l’abbassamento della voce e la presenza di una tosse secca molto stizzosa e per nulla (o assai poco) produttiva (ovvero senza catarro) possono far pensare ad uno stato infiammatorio (che prescinde dall’eventuale origine microbiologica) del tratto che collega la faringe con la trachea, ovvero la Laringe. Perché è importante fare questa valutazione? Perché le laringiti, in particolare nei bambini, possono dare luogo a un fenomeno noto come “spasmo laringeo”: i muscoli della laringe si contraggono in modo incontrollato dando luogo a edema della glottide che induce una sensazione di soffocamento. Questo fenomeno è piuttosto comune, come si diceva, nei bambini, in particolare in tenera età, e non di rado si accentua nel corso della notte. Lo spasmo laringeo va trattato con cortisonici e/o broncodilatatori per via inalatoria (aerosol o spray) per decongestionare la laringe e consentire il passaggio dell’aria verso la trachea e i polmoni. E’ importante ricordare che l’utilizzo degli spray può in queste circostanze essere un pochino difficoltoso: l’erogazione del prodotto e l’inalazione rapida dovrebbero essere coordinati per veicolare il farmaco a livello delle vie aeree e massimizzarne l’effetto, ma questa operazione può risultare complessa in un momento in cui la contrazione della glottide determina la sensazione di soffocamento e induce una oggettiva difficoltà a trarre un respiro rapido e più profondo possibile, in modo particolare, ancora una volta, nei bambini. Uno strumento che può essere piuttosto utile in questi casi è il cosiddetto “distanziatore/respiratore”, ovvero un cilindro che si collega da un lato all’erogatore spray, dall’altro alla bocca del paziente che in tal modo può respirare normalmente l’aria contenuta nel cilindro in cui viene riversato il farmaco erogato dallo spray. L’aerosol, con l’uso della mascherina facciale, può sicuramente essere un valido supporto, anche se la nebulizzazione del farmaco (per lo più cortisonici, attivatori a breve durata d’azione della funzionalità respiratoria o broncodilatatori a rapida insorgenza d’azione) e la veicolazione con questo strumento richiede un po’ di tempo in più. Un elemento ambientale molto importante cui prestare attenzione è la corretta umidificazione dei locali, soprattutto nel corso della notte.

In tutti i casi di tosse stizzosa persistente e non produttiva, tipica delle laringiti, è opportuno ricorrere a sedativi della tosse e antinfiammatori per spezzare il circolo vizioso che si viene ad instaurare: lo stato infiammatorio provoca la tosse e l’abbassamento della voce, cui ovviamente consegue un aumentato sforzo per riuscire a comunicare; l’aumentata infiammazione della laringe che ne consegue, unitamente peraltro alle condizioni ambientali certamente non favorevoli, determina un peggioramento dei sintomi ed in particolare della tosse…..e il circolo vizioso si innesta e si alimenta. Per sedare la tosse, Levodropropizina, Cloperastina ma anche Destrometorfano fino ad arrivare a Diidrocodeina sono i farmaci più comunemente impiegati. 

Estendendo il discorso più in generale, potremmo però dire che il principale approccio al trattamento dei disturbi a carico della gola è volto a lenire lo stato infiammatorio, sia a livello topico sia a livello sistemico (in particolare nel caso delle laringiti ma anche in presenza di febbre che spesso si presenta con picchi anche molto alti soprattutto nei bambini). Tra i farmaci più usati ad uso sistemico ricordiamo tra gli altri Ibuprofene, Ketoprofene e (particolarmente indicato per la sua spiccata elezione per le affezioni della cavità orale) Morniflumato: questi farmaci possono essere di aiuto, sia da soli che eventualmente in combinazione con Paracetamolo per massimizzare l’effetto antipiretico e antidolorifico, per curare lo stato infiammatorio.

La terapia topica è certamente il primo approccio: in questo caso si parla di caramelle medicate, di spray e di collutori. Indipendentemente dalla forma farmaceutica scelta da ciascun paziente in ragione soprattutto delle proprie abitudini e comodità, la prima cosa da fare è cercare di individuare il corretto principio attivo, ovvero il farmaco o il rimedio fitoterapico ad azione farmacologica più indicato.

Il novero dei principi attivi (farmaci o sostanze fitoterapiche) è ormai piuttosto ben definito, e non ci sono grandi novità che si presentano a disposizione del paziente di anno in anno. Tendenzialmente i prodotti presenti in commercio sono molto simili fra di loro, non tanto e non solo da un punto di vista qualitativo quanto da un punto di vista di logica compositiva: 

  • Disinfettanti antisettici del cavo orale (Cetilpiridinio, Dequalinio, Alcool Benzilico e derivati, DiclorofenilCarbinolo), indicati per lievi disturbi, bruciori di grado moderato; in questa categoria si collocano anche i preparati fitoterapici a base a titolo esemplificativo di Propoli, Erisimo, Liquirizia, Altea (utilissima nelle tossi stizzose) e Piantaggine.

  • Antinfiammatori (FANS quali soprattutto Benzidamina e Flurbiprofene) indicati per dolori più marcati con moderata compromissione delle normali funzioni . Siamo già ad un livello più alto, probabilmente non molto distante dal ritrovarsi nella necessità di una visita medica: l’utilizzo di preparati che contengano un FANS consente non solo la remissione dei sintomi ma anche la regressione dello stato infiammatorio che di tali sintomi è la causa scatenante.

  • Antibiotici locali (Tirotricina, GSE-Estratto di Semi di Pompelmo), eccellenti rimedi contro faringiti causate da infezioni di natura batterica di grado lieve o moderato; hanno tipicamente una più spiccata azione curativa del problema scatenante rispetto all’azione risolutiva dei sintomi, eventualmente affidata, se del caso, al contemporaneo utilizzo di rimedi analgesici più immediati.

Molti altri possono essere i rimedi reperibili sul mercato; abbiamo scelto di affrontare i più comuni e noti.


Un’ultima questione: qual è la miglior forma farmaceutica? In linea generale l’approccio migliore è quello con le caramelle orosolubili, dato il tempo di contatto più prolungato con la mucosa orale e la possibilità di fruirne in qualsiasi circostanza e ripetutamente nel corso della giornata, consentendo in tal modo ai principi attivi medicati di restare a contatto con la mucosa infiammata più a lungo. A questo si aggiunge la naturale protezione ed azione antinfiammatoria degli enzimi contenuti nella saliva, prodotta in misura maggiore in virtù semplicemente dell’atto di suzione della caramella stessa.

In seconda battuta,  ed eventualmente abbinabili alle caramelle medicate, si collocano gli spray, che hanno il limite della scarsa durata ma il grande vantaggio di poter esplicare un’azione mirata al punto dolente grazie all’erogatore e ad una concentrazione di principio attivo superiore rispetto alle altre forme farmaceutiche. Spesso si suggerisce un abbinamento tra spray e caramelle medicate al fine di esplicare una azione più completa sfruttando la sinergia tra i medicamenti in essi contenuti e i benefici strettamente connessi al modo con cui si usufruisce degli stessi.


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