RITENZIONE IDRICA: COME AFFRONTARLA?
- Farmacia Visini
- 26 mag
- Tempo di lettura: 6 min
Quante volte ci siamo sentiti dire che all’approssimarsi della stagione calda gli inestetismi estetici e i chili accumulati nel corso dell’inverno devono essere eliminati perché presentarsi in modo non adeguato alla temutissima “prova costume” non è assolutamente accettabile?
Accumuli di grasso e di cellulite qui e là, dovuti a mesi di inattività, di eccessi alimentari e conseguenza di processi infiammatori a livello del derma, liquidi trattenuti in eccesso a causa di eccessiva ritenzione idrica….insomma, tante, troppe cose cui porre rimedio….o no? Davvero è questo il principale problema di cui preoccuparsi? Davvero riottenere una smagliante forma fisica ed una splendida immagine esteriore è l’obiettivo prioritario da porsi? Crediamo di no, anche se, come abbiamo detto in occasione di altri articoli pubblicati a proposito dei problemi di sovrappeso, quasi nessuno può dirsi del tutto disinteressato al proprio aspetto esteriore. Insomma, superare brillantemente la “prova costume” non è così fondamentale, ma in fin dei conti uno sguardo all’immagine che lo specchio ci rimanda, chi più, chi meno, lo diamo tutti.
Quindi, pur non fingendo che la soddisfazione di sentirsi in forma e piacersi non abbia la sua rilevanza, non dobbiamo però dimenticare che la principale conseguenza degli eccessi di peso, degli accumuli di grasso o di acqua in forte squilibrio, è un peggioramento dello stato di salute con possibile interessamento di diversi organi del nostro corpo.
In questo articolo ci concentreremo sugli eccessi di liquidi nel nostro corpo, dovuti a un fenomeno molto molto fastidioso: la ritenzione idrica.
Ma andiamo con ordine.
Che cos'è la ritenzione idrica?
La ritenzione idrica è la tendenza a trattenere liquidi quando il sistema artero-venoso e i vasi linfatici non riescono a drenarli adeguatamente. Tali liquidi del corpo finiscono con il ristagnare nei tessuti, soprattutto in quelli a maggior predisposizione all’accumulo di tessuto adiposo: generalmente le zone più colpite sono addome, glutei, gambe, caviglie e piedi; a questo ristagno, peraltro, spesso si accompagna anche un accumulo di tossine in grado di alterare il metabolismo cellulare, amplificando in tal modo i danni per i pazienti colpiti. Ciò che accade è che a causa della ridotta capacità degli organi emuntori (i reni) di eliminarla, l’acqua in eccesso si deposita negli spazi interstiziali, ovvero quelli tra cellula e cellula, creando uno stato edematoso, tipico degli stati infiammatori, ovvero un rigonfiamento anomalo che può essere localizzato in uno o più degli organi sopraelencati, ma che può risultare anche, nei casi più gravi, generalizzato e delocalizzato.
Questa problematica colpisce prevalentemente la popolazione femminile, ma non esclude anche quella maschile.
Una curiosità: per poter scoprire, prima di sottoporsi ad esami strumentali che ne diano la prova certa, se si ha tendenza alla ritenzione idrica, si può fare una semplice prova: premendo con un dito sulle zone del corpo che appaiono gonfie ed edematose, si può ipotizzare una maggiore prevalenza di questo disturbo se l’impronta lasciata dal dito rimane visibile anche dopo aver tolto la pressione.
Quali sono i “segni”, le manifestazioni della ritenzione idrica?
A livello macroscopico, una delle principali manifestazioni della ritenzione idrica è un aumento di peso (dovuto quindi all’accumulo di liquidi e non di massa grassa), spesso alternato a repentini cali in concomitanza con una maggiore diuresi.
A livello delle estremità, invece, gli arti si gonfiano, fenomeno che tende a peggiorare con il caldo estivo e nei pazienti con insufficienza vascolare dovuta a incontinenza delle valvole deputate a garantire il corretto ritorno venoso verso l’alto e verso il cuore; un ulteriore elemento che può concorrere ad aggravare la condizione è la tendenza a rimanere fermi, in posizione eretta per periodi lunghi, mentre al contrario camminare molto può essere estremamente utile.
Esteticamente, si possono evidenziare alcuni rigonfiamenti, spesso morbidi alla digitopressione, più o meno omogenei nelle zone di accumulo. Il ristagno di liquidi e di tossine e lo scarso afflusso di ossigeno determina fenomeni infiammatori alla base della comparsa di inestetismi simili alla cellulite (tipicamente pelle più lucida del normale e con il caratteristico aspetto “a buccia d’arancia”). Questi problemi locali, per quanto poco gradevoli, non sono gravi finchè rimangono a livello di inestetismi, ma possono sfociare in noduli adiposi dolenti dovuti ad infiammazione del tessuto adiposo coinvolto.
Fin qui le conseguenze di una ritenzione per lo più localizzata. Quando il fenomeno si estende riguardando più organi, molte possono essere le conseguenze di una marcata ritenzione idrica: il sistema più direttamente colpito è quello cardio-circolatorio, con aumento della pressione e del rischio di scompensi cardiaci, soprattutto quando la ritenzione idrica si associa ad insufficienza vascolare periferica. Molto seri possono essere i danni anche a carico dei reni, che possono andare incontro ad insufficienza anche di grado severo. In altri casi (non così rari, peraltro….) si può assistere a manifestazioni quali linfedema, caratterizzato da un rigonfiamento a volte spropositato degli arti, in particolare di quelli inferiori, cui consegue una compromissione severa del sistema linfatico.
Quali sono le principali cause?
L’elenco dei possibili elementi che possono provocare un aumento di ritenzione idrica è piuttosto lungo:
una dieta ricca di sodio (il cui eccesso induce il corpo a trattenere, o riassorbire a livello delle anse renali, una maggior quantità di acqua)
sedentarietà (che incide in modo negativo sull’efficienza del microcircolo periferico, in particolare a carico degli arti inferiori, come si è detto precedentemente)
rimanere fermi in piedi per un periodo troppo prolungato nel corso della giornata
squilibri, o, più propriamente, sbalzi ormonali, dato che incidono in modo significativo anche le normali oscillazioni ormonali date dal ciclo mestruale e dalla menopausa
stress e cattive abitudini come fumo e alcol
Patologie a carico dell’apparato cardiovascolare e renale
Patologie metaboliche quali diabete e sindrome metabolica, dato che l’insulina interviene nel bilanciamento idrico-salino, in particolare del sodio
Assunzione prolungata di farmaci quali antinfiammatori o cortisonici
Quali sono i principali rimedi?
I primi rimedi risiedono sicuramente nelle proprie abitudini quotidiane:
Correggere l’alimentazione riducendo l’apporto di sodio (quindi di sale) e aumentando l’apporto di liquidi costringendosi a bere di più è un primo fondamentale passo; anche se apparentemente può sembrare contraddittorio, in realtà una corretta e regolare idratazione, in assenza di eccessi di alimenti che inducano il corpo a trattenere acqua (giustappunto il sodio….quindi il sale da cucina), stimola la diuresi e attiva la funzionalità renale e linfatica, innescando un meccanismo a spirale positiva.
Migliorare il proprio stile di vita possibilmente facendo attività fisica così da aumentare la sudorazione (la traspirazione cutanea è un eccellente sistema per eliminare liquidi in eccesso e provvedere a una corretta termoregolazione) e stimolare la circolazione.
Quando questi accorgimenti non sono sufficienti, si può ricorrere ad alcuni integratori, ad azione drenante, che favoriscono la diuresi e la depurazione dell'organismo.
In commercio tali prodotti esistono in diverse forme, le più diffuse delle quali sono: capsule, soluzioni per via orale da diluire in acqua, flaconcini (diluibili o bevibili così come sono) e tisane. A prescindere dalla forma scelta, la cosa essenziale è accompagnare l’assunzione del rimedio prescelto con abbondante acqua.
Questi prodotti contengono principi attivi fitoterapici che aumentano la diuresi, riattivano il microcircolo, riducendo in tal modo la ritenzione idrica.
Tra le sostanze più diffusamente utilizzate ricordiamo:
Tarassaco, Betulla e Pilosella: aumentano la funzionalità renale favorendo l’eliminazione di acqua e tossine
Centella, Rusco, Ippocastano: migliorano il tono e l’elasticità dei vasi (la circolazione sanguigna in un sistema di vasi più tonici ha una minore tendenza alla stasi e quindi il drenaggio risulta più efficiente)
Bromelina (contenuta tipicamente nell’ananas): riduce l’infiammazione dei tessuti grazie alle sue proprietà proteolitiche; agisce idrolizzando le proteine che causano l’edema, favorendo così il riassorbimento degli ematomi e il drenaggio dei liquidi, e migliorando la microcircolazione.
Qualora anche questi rimedi non dovessero dimostrarsi validi ed efficaci, sarebbe a quel punto necessario ricorrere all’azione dei farmaci, in modo particolare dei diuretici, ponendo grande attenzione al fatto che non venga compromesso il bilancio idrico-salino, sia da un punto di vista quantitativo (quanti ioni minerali vengono mantenuti) sia da quello qualitativo (quali ioni siano prevalenti, tra Sodio, Potassio e Magnesio): tali squilibri inciderebbero sulla funzionalità cardiaca e sull’efficienza del funzionamento delle cellule di tutto quanto l’organismo.
In farmacia, si può ritrovare un valido sistema di rilevazione della tendenza alla ritenzione idrica: la bilancia impedenziometrica, strumento che permette in pochi minuti di analizzare la propria composizione corporea.
Grazie al passaggio attraverso il corpo, dalle piante dei piedi ai pollici delle mani, di una corrente a voltaggio bassissimo, si può ottenere un’attendibile raffigurazione della composizione corporea in conseguenza del fatto che la diversa percentuale di acqua e di grasso presente nei diversi distretti del corpo consente una differente conduzione della corrente elettrica. Il report che si ottiene fornisce il dato aggregato delle diverse componenti (massa magra, massa grassa e acqua) ma anche i singoli dati spacchettati e soprattutto la localizzazione nel corpo di eventuali accumuli di massa grassa o di acqua.
E’ chiaro che l’utilità di una analisi di questo genere sta nella possibilità di orientare il paziente verso il miglior rimedio caso per caso: non tutti gli eccessi ponderali richiedono lo stesso tipo di approccio. Infatti, se prendiamo due individui, entrambi con un pari eccesso di peso rispetto al proprio indice di massa corporea ideala (BMI=Body Mass Index) ma con diversa composizione relativa degli elementi che li costituiscono (uno con eccesso di acqua, l’altro con eccesso di massa grassa), il tipo di approccio richiesto sarà del tutto diverso: approcciare due individui così nella stessa maniera, in almeno uno dei due casi comporterebbe un sicuro insuccesso.
Nel caso specifico dell’argomento di questo articolo, rivelare tramite questa analisi impedenziometrica un problema di ritenzione idrica e poterlo monitorare nel tempo durante le fasi successive di un qualsivoglia intervento correttivo può essere estremamente utile per aggiustare le terapie in ragione dei risultati.
Come, speriamo, avete potuto capire, il problema della ritenzione idrica va ben oltre il solo lato estetico, che tuttavia non per questo va considerato di nessuna importanza. Quello che è essenziale è avere un quadro più corretto possibile del proprio stato di salute.
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