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Farmacia Visini

CIRCOLAZIONE VENOSA: GAMBE LEGGERE PER SENTIRSI PIÙ LEGGERI

Aggiornamento: 9 lug


circolazione venosa

L’arrivo dell’estate e del caldo aumenta la diffusione di un problema che in realtà, a diverso grado, può affliggere un certo numero di persone a prescindere dalle condizioni climatiche: la circolazione periferica, dal cui funzionamento dipende  la sensazione di gambe pesanti e gonfie che affligge molti pazienti.

Da cosa dipende tutto questo? Da cosa deriva questo fenomeno di pesantezza e gonfiore? Perché il caldo peggiora il microcircolo? Quali meccanismi si instaurano e quali condizioni peggiorano lo stato del sistema circolatorio? Capire le cause aiuta a ipotizzare le migliori strategie da mettere in atto. Il problema nasce principalmente dal fatto che il sangue, per risalire dalle estremità degli arti inferiori fino al cuore, deve procedere contro la forza di gravità (andando quindi dal basso verso l’alto, soprattutto quando si sta in piedi ma anche se si conduce una vita molto sedentaria con molte ore passate seduti ad una scrivania) spinto dalla forza propulsiva del cuore stesso; è inoltre chiaro che l’intensità con cui il muscolo cardiaco spinge il sangue durante la contrazione si riduce man mano che ci si allontana verso i distretti più lontani: in altre parole, la spinta esercitata dal cuore a livello degli arti inferiori si affievolisce rispetto alla forza misurata a livello dei vasi più vicini al cuore stesso. Combinando i due fattori (forza di gravità e riduzione della spinta propulsiva) otteniamo un quadro in cui il ritorno venoso può essere difficoltoso: per questa ragione le vene sono dotate di speciali valvole (chiamate “varici”, caratterizzate dalla tipica forma “a nido di rondine”) in grado di aprirsi verso l’alto sotto la spinta del sangue e richiudersi subito dopo in modo da impedire il reflusso verso il basso; in tal modo, in condizioni fisiologiche, il sangue può tornare al cuore senza refluire. Se le varici perdono di efficacia, questo meccanismo non è più in grado di essere adeguatamente operativo e si formano addensamenti di capillari in cui il sangue tende a ristagnare (il fenomeno delle “vene varicose”). In condizioni climatiche particolarmente calde (tipicamente durante la stagione estiva) a livello circolatorio si verifica una fisiologica vasodilatazione (i “tubi” si allargano…la pressione scende per leggi della fisica), per cui la “tenuta” delle valvole viene compromessa e la pressione interna al circolo venoso si riduce; in individui che lavorano o spendono gran parte del loro tempo in piedi (soprattutto se da fermi o con scarso movimento) questo fenomeno peggiora ancora di più; il risultato? Le gambe si gonfiano e diventano pesanti!!! Le conseguenze possono essere principalmente di natura estetica ma, in alcuni casi, possono coinvolgere tutto il sistema cardiocircolatorio, con aumentato rischio di formazione di coaguli e trombi.

Cosa si può fare per impedire questo fenomeno o quantomeno per ridurne gli effetti? Gli approcci come sempre possono essere a diversi livelli, a seconda della gravità, del recidivarsi e della difficoltà di risoluzione del problema.

  • Livello topico: si tratta di applicazione di gel o di creme contenenti sostanze fitoterapiche vasoattive 

  • Livello sistemico: si tratta di integratori anch’essi ricchi di sostanze vasoattive


Sia i prodotti destinati all’applicazione topica, sia i preparati per uso sistemico contengono principalmente estratti di sostanze di origine vegetale in grado di agire sulle pareti muscolari del sistema circolatorio aumentandone la tonicità; Rusco, Iperico, Ippocastano, Centella, Vite Rossa, Meliloto, Amamelide sono solo le principali piante utilizzate per allestire tali preparati, grazie al loro contenuto ricco di Bioflavonoidi, molecole responsabili del meccanismo d’azione sulla muscolatura vasale. 

Una delle sostanze più diffuse, derivata da flavonoidi vegetali ma dalla natura semisintetica, è la Diosmina; tale molecola presenta spiccate proprietà vasoattive ma anche antinfiammatorie, per cui viene impiegata sia nel trattamento preventivo a lungo termine, sia in fase acuta, tanto nei casi di deficit circolatorio agli arti inferiori, quanto nelle crisi emorroidarie. 

Come detto, gli estratti di piante vasoattive sono utilizzate sia per uso topico che per uso sistemico: quando si usano prodotti ad applicazione topica? quando quelli da ingerire? Possono essere abbinati i due trattamenti?

La risposta, come spessissimo accade in medicina, è dipende, essenzialmente dal grado di rischio di sviluppare conseguenze più o meno pesanti: maggiore il rischio, maggiore sarà l’opportunità di trattare il problema a più livelli; è chiaro che l’uso di prodotti ad uso sistemico (stiamo parlando di integratori che però più propriamente dovrebbero essere definiti “nutraceutici”, ossia “nutrienti ad azione farmaceutica”) determina un approccio più efficace e porta, per lo più, a risultati più significativi; tali integratori vanno assunti con regolarità per periodi più o meno prolungati a seconda della condizione dell’individuo e a seconda che si tratti di un approccio preventivo oppure di un trattamento di un problema in acuto; non hanno particolari effetti collaterali, ma, agendo sul sistema cardiovascolare, nei casi di pazienti in concomitante terapia con farmaci destinati allo stesso apparato (farmaci, quindi, per problemi di cuore e di pressione) devono essere assunti solo dopo valutazione da parte del medico di base.

I prodotti ad uso topico (creme o gel) dovrebbero essere applicati almeno due volte al giorno con un massaggio in senso longitudinale dal basso verso l’alto, al fine di potenziare con l’effetto meccanico l’azione delle sostanze attive. Un ulteriore utile (non necessario) accorgimento potrebbe essere quello di conservare il preparato al fresco o in frigorifero: se è vero che il caldo vasodilata, è altrettanto vero che il freddo induce un effetto di vasocostrizione, con conseguente miglioramento del risultato complessivo ottenuto. 

La scelta dell’approccio più indicato dipende, come detto, dalle condizioni di ogni paziente e dalle eventuali compresenze di stati di malattia preesistenti, soprattutto a carico dell’apparato cardiovascolare: medici e farmacisti possono essere di aiuto nel guidare verso il percorso terapeutico più idoneo.


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