Il corpo e la mente necessitano di ricaricarsi per essere in grado di rendere al meglio
Nell’articolo del mese scorso abbiamo affrontato il tema della cosiddetta “sindrome di primavera”, quella sorta di indolenza e debolezza che si accompagna allo sbocciare della nuova stagione in uscita dall’inverno e i suoi malanni; ci si sente, come scrivemmo, più stanchi, più demotivati, più sonnolenti (“Aprile dolce dormire”….vecchio adagio!). E’ assolutamente fondamentale accettare, compatibilmente con le possibilità della vita quotidiana, il richiamo del nostro corpo e della nostra mente: ricaricare batterie in riserva è essenziale. In effetti, come scritto nel titolo, è difficile pensare di poter godere di buona giornata, piena di attività, piena di brio, piena di energia se la notte precedente (o meglio le notti precedenti) non è stata riposante. Il sonno, tanto o poco, è essenziale per eliminare le scorie mentali e fisiche delle fatiche precedenti e ricaricare corpo e mente: ognuno di noi sa, o dovrebbe sapere, di quante ore di sonno ha necessità per ricaricarsi al meglio. E’ però utopistico pensare di poter sempre creare le condizioni per il sonno ideale e ottenere quindi la perfetta e necessaria ricarica a causa principalmente del fatto che per lo più non si vive in un micromondo in cui ci si possa isolare dal resto (sia in senso positivo che in senso negativo, è chiaro che ci sta vicino influenza il ritmo della nostra vita, basti pensare, per usare un esempio molto bello e positivo, ai primi mesi di vita di un bimbo in una famiglia….un uragano dirompente!!!); inoltre il sonno giunge al termine di una giornata che può essere stata positiva o negativa, all’interno di un periodo più o meno stressante, più o meno denso di preoccupazioni ed impegni, per cui al momento di andare a dormire spesso le scorie della giornata appesantiscono lo stato d’animo con cui ci apprestiamo al sonno.
Dormire bene è essenziale…ma tutt’altro che scontato!! Non ci addentreremo nei meandri dei meccanismi fisiologici che regolano il sonno, ci limiteremo a cercare di dare qualche suggerimento sui possibili rimedi.
E’ banale, ancorchè vero, dire che le possibili cause sono davvero molteplici e che pensare di affrontarle in un articolo teorico non ha alcun senso: inoltre i problemi di insonnia o di scarsa qualità del sonno possono ovviamente essere saltuari o, purtroppo, più frequenti; è doveroso sottolineare che gli approcci al problema e la scelta di un rimedio per risolverlo cambiano richiedono una analisi quanto più corretta possibile delle cause ipotetiche. Si parla sempre, e spesso abusandone, di stress, imputando a questa parola tutta una lunga serie di responsabilità, quando spesso, magari, basta mettere un po’ più di ordine e attenzione nella nostra vita (ovviamente se e quando è possibile) ed essere più attenti ai richiami del nostro corpo; spesso nella nostra vita ci sono condizioni ineliminabili di disturbo del riposo, per un tempo più o meno prolungato, per motivi che possono essere emotivamente lieti (la nascita di un bimbo è l’esempio più chiaro in tal senso) oppure no (scontato pensare alla convivenza con una persona che necessita di cure, ma anche solo preoccupazioni, oggi assai diffuse, legate al lavoro e alla vita quotidiana): è essenziale trovare modo di ridurne gli effetti negativi e conviverci senza stare ad arrovellarsi troppo su quanto queste cause ci stiano creando problemi.
Da un punto di vista del corretto ritmo e stile di vita giova ricordare che è sconsigliabile andare a dormire troppo tardi la sera, così come appesantire lo stomaco e il sistema digerente con cene troppo abbondanti e troppo caloriche, per chiunque, ma in special modo per tutti coloro, e sono tanti e in aumento a giudicare dalle prescrizioni di farmaci appositi, che soffrono di disturbi del reflusso gastroesofageo. E’ inoltre sconsigliabile abusare di alcoolici: l’effetto immediato è una sedazione più o meno profonda (esattamente come il tipico “abbiocco” dopo un lauto pasto) cui però non segue un sonno adeguatamente ristoratore. E’, ma questo è ovvio, assolutamente sconsigliabile abusare di alimenti (Caffeina, Teina, Teobromina contenuta nel cacao e nel cioccolato soprattutto fondente) o sostanze eccitanti (anche la Nicotina delle sigarette; superfluo sottolineare gli effetti dannosi delle sostanze d’abuso).
All’inizio di questo articolo ricordavamo quanto discusso nello scorso numero, ovvero il calo psico-fisico primaverile: uno degli ausilii maggiormente utilizzati è senza dubbio il Ginseng, non esattamente uno stimolante ma più propriamente un adattogeno, ovvero una sostanza in grado di aiutare l’individuo ad affrontare le incombenze che gli si prospettano: sostanzialmente una scintilla che innesca lo scoppio del motore, il cui funzionamento deve poi essere garantito da adeguate scorte di carburante, che nell’uomo sono i nutrienti assunti con la dieta e assimilati grazie alla digestione e i prodotti del cosiddetto Ciclo di Krebs, ovvero la “fabbrica dell’energia” del corpo umano. Il Ginseng non è, come detto, propriamente uno stimolante, come può essere la Caffeina o la Taurina, ma può dare come effetto collaterale principale un significativo aumento dell’eccitabilità nervosa, per cui risulta fortemente controindicato in persone in terapia con farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale ma può anche interferire con il riposo notturno fisiologico; per questo motivo se ne sconsiglia l’assunzione a partire dal pomeriggio e certamente in tutti i casi di pregresse sindromi da ipereccitabilità o ansia. Per chi soffre di questo genere di problemi, o incontra difficoltà a riposare bene, si possono validamente utilizzare integratori a base per esempio di Eleuterococco e Fosfoserina, le cui proprietà sono note da tempo: come sempre quando si parla di integratori (o Nutraceutici) nulla è realmente fondamentale, ma tutto può essere di aiuto se inserito in modo adeguato in uno stile di vita e in abitudini corrette. Questi integratori non interferiscono con il riposo notturno e solitamente non generano effetti di ipereccitabilità, per cui possono essere validamente utilizzati soprattutto nel periodo primaverile per sostenere le attività che richiedono un maggiore impegno delle funzioni mnemoniche, sia in ambito lavorativo sia in ambito di studio, senza generare effetti negativi sul sonno.
Dopo questa dissertazione sulle cause, veniamo ora brevemente a valutare quali possono essere i possibili rimedi, differenti a seconda della complessità della situazione, della ripetitività e della frequenza degli episodi, del tipo di insonnia, delle eventuali coesistenze di altri problemi di salute o di assunzioni di altri farmaci, soprattutto se ad azione sul sistema nervoso centrale o cardiovascolare.
In crescente diffusione l’uso delle benzodiazepine e dei farmaci inducenti il sonno con obbligo di prescrizione medica: lavorando quotidianamente in farmacia, risulta evidente l’enorme sproporzione tra le richieste di ansiolitici o ipnotici con prescrizione parametrate alla richiesta di consigli di rimedi di altra natura per combattere i problemi del sonno.
Peraltro l’uso di tranquillanti e ansiolitici è tutt’altro che sbagliato o inopportuno: laddove i problemi siano cronici, oppure molto marcati o non abbiano dimostrato di poter essere risolti in altro modo, questa categoria di farmaci fornisce un validissimo ed insostituibile aiuto da cui è bene non prendere a priori le distanze.
Le Benzodiazepine possono validamente aiutare le persone che soffrono di disturbi del sonno agendo sostanzialmente a due livelli:
-Come ansiolitici (assunti nel corso della giornata a dosaggi limitati), alleviando i sintomi di agitazione e stress eccessivo che possono portare l’individuo ad accumulare un carico di nervosismo eccessivo che a fine giornata possa generare difficoltà nell’addormentamento)
-Come ipnotici (assunti immediatamente prima di dormire), inducendo semplicemente il sonno….banalmente facendo sì che l’individuo si possa addormentare
Il presupposto per il corretto funzionamento di questo approccio è che una volta addormentato, il paziente non abbia difficoltà a mantenere il sonno fino al mattino, o quantomeno per un numero di ore di sonno idonee a ritemprare l’individuo, anche perché l’effetto collaterale principale è proprio quello di indurre indebolimento e sedazione al risveglio, variabili da soggetto a soggetto e tanto più marcati quanto meno riposante è risultato il sonno goduto.
Laddove accanto alle difficoltà di addormentamento dovesse aggiungersi anche un difficile mantenimento del sonno, è opportuno modificare l’approccio scegliendo sostanzialmente tra due alternative:
-Scegliere una Benzodiazepina (obbligatorio il parere del medico) a lunga durata d’azione che consenta di generare una sedazione meno immediata ma più duratura
-Abbinare all’ipnotico assunto per indurre l’addormentamento degli integratori (nutraceutici) a base di Melatonina, una sostanza in grado di agire sul centro di regolazione del ritmo sonno-veglia riportando l’individuo a un sonno più simile a quello fisiologico.
-Abbinare dei prodotti fitoterapici a base di Valeriana, di Escolzia, di Passiflora, di Melissa o di Camomilla: i principi attivi contenuti in questi estratti sono in grado di mimare l’azione dei farmaci sedativi e ipnotici grazie ad un meccanismo di azione molto simile, sia pur ad un livello di efficacia più basso.
-Utilizzare integratori (nutraceutici) che abbinino la Melatonina alle sostanze fitoterapiche sopra elencate, con azzeramento degli effetti collaterali soprattutto al risveglio.
Il limite principale di tutti i preparati a base di Melatonina hanno il grande limite di richiedere alcuni giorni per generare i loro effetti, soprattutto se la scelta è motivata da difficoltà a mantenere un sonno qualitativo; la sola eccezione sono le gocce sublinguali, a rapidissimo assorbimento e rapidissima insorgenza d’azione,
Comments