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IL CALORE TERAPEUTICO: FUNZIONA DAVVERO?


calore terapeutico

Nell’ambito delle terapie locali antinfiammatorie, un piccolo spazio è riservato a prodotti il cui unico scopo è di riscaldare la parte del corpo su cui vengono applicati: in questo articolo ci occuperemo di questa piccola fetta del mercato antinfiammatori-antidolorifici ad uso topico, limitandoci al panorama di quanto destinato all’apparato muscolo-scheletrico.


Prima di provare a dare una risposta alla domanda che ci siamo posti nel titolo, facciamo un brevissimo excursus sul concetto di infiammazione per arrivare poi a valutare quali processi infiammatori potrebbero beneficiare di tale tipo di approccio.


Uno stato infiammatorio è una condizione in cui in una parte del nostro corpo (per diverse ragioni che in prima battuta interessano relativamente poco al momento di scegliere la terapia da utilizzare) si è creata un’alterazione della regolare funzionalità fisiologica; a livello locale si assisterà alla comparsa di quelli che si definiscono i segnali dello stato infiammatorio: calore, gonfiore, arrossamento, dolore e lesione localizzata.


Se proviamo a pensare a un episodio infiammatorio qualsiasi che possa esserci capitato (una contusione in qualche parte del corpo, una distorsione per esempio a una caviglia, un ginocchio che ha risposto male ad eccessive sollecitazioni, ecc….), probabilmente ricorderemo di avere sperimentato queste manifestazioni.


Il primo approccio da sempre suggerito è l’applicazione di ghiaccio o, in mancanza di meglio, di acqua fresca corrente; infatti, se si deve controbattere le conseguenze di uno stato infiammatorio, si dovranno mettere in atto rimedi che ne contrastino gli effetti; senza entrare troppo nel dettaglio, se ripensiamo alle cinque manifestazioni elencate sopra, il calore, il rossore e il gonfiore sono conseguenze di un processo che si chiama “edema infiammatorio”.


Se dunque in tutti i processi infiammatori dell’organismo assisteremo a un innalzamento locale della temperatura, e se il primo e corretto approccio prima di qualsiasi rimedio ad azione farmacologica è il ghiaccio e il freddo, come possono avere effetto benefico i prodotti riscaldanti?


Apparentemente sembra esserci una contraddizione; tuttavia alcune tipologie di infiammazione e alcune forme di sofferenza trovano beneficio nel caldo e non nel freddo.


Per comprendere meglio questo diverso approccio, proviamo a classificare i diversi stati infiammatori in base al tipo di tessuto interessato: grossolanamente potremmo pensare alle articolazioni, all’apparato muscolare e alla parte viscerale.


Ad eccezione di alcune patologie croniche di grado più severo (come per esempio le Artriti, che colpiscono in modo particolare le estremità degli arti), stati infiammatori a carico delle articolazioni e delle ossa traggono maggiore beneficio dal freddo; i muscoli, ma anche l’addome e la pelvi, sono invece maggiormente beneficiati dal caldo.


Quando si parla di prodotti in grado di fornire il cosiddetto “calore terapeutico” si fa per lo più riferimento a cerotti modellati per aderire al meglio a parti del corpo quali la schiena, il collo, le parti muscolari degli arti e non ultima la zona pelvica, parti del corpo in cui generalmente gli stati di sofferenza sono a carico di strutture muscolari; in tali casi il riscaldamento, in grado di indurre in prima battuta un aumento della circolazione del sangue, porta un beneficio immediato grazie alla migliore ossigenazione e al maggior nutrimento.


È noto a tutti che i muscoli, in quanto tessuti elastici, risultano più performanti se adeguatamente riscaldati, mentre sono a rischio di danneggiarsi se sottoposti, a freddo, a improvvisi quanto violenti movimenti di stiramento.


Da ultimo ricordiamo che l’esposizione a fonti di calore riduce la trasmissione della sensazione di dolore dai tessuti periferici ai centri cerebrali: in tal modo si realizza un effetto analgesico senza ricorrere ad alcuna sostanza farmacologica.


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