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IL MICROBIOTA INTESTINALE: UN ELEMENTO PREZIOSO PER IL NOSTRO BENESSERE

Negli ultimi anni gli studi sulla fisiologia umana hanno riservato un largo spazio alla complessa interazione tra microrganismi non patogeni e organi del corpo umano: noto per lungo tempo con il nome di flora batterica intestinale (definizione ora superata), il “microbiota” ha via via acquisito sempre maggiore importanza destando un interesse crescente nella comunità scientifica internazionale. Ma a cosa è dovuto tutto ciò? Come mai da qualche anno l’integrazione con i ben noti “fermenti lattici” si è così ampiamente diffusa al punto da essere consigliata per coadiuvare o supportare diverse terapie volte ad affrontare diverse problematiche o esigenze del paziente? Come mai ci sono così tanti e diversi tipi di integratori contenenti probiotici, prebiotici, simbiotici e differenti ceppi di batteri? Perché, giusto per fare alcuni esempi, oggi i cosiddetti “fermenti lattici” (più correttamente definiti Probiotici) sono presenti in rimedi per aumentare le difese immunitarie, per combattere lo stress e gli stati di affaticamento, per le candidosi recidivanti, per le cistiti ricorrenti oltre ad essere consigliati in supporto alle terapie antibiotiche o per curare gli stati influenzali e le malattie della stagione fredda? A cosa è dovuta questa sorta di ubiquitarietà terapeutica? Come possiamo vedere le domande e le curiosità sono davvero tante. In questo articolo proveremo a dare qualche indicazione per capire meglio ed apprezzare ancora di più la preziosità di questo ospite decisamente desiderabile.

Nel momento in cui la comunità scientifica ha iniziato a far luce sulla complessità dell’interazione tra il corpo umano e la flora batterica che ne colonizza diversi distretti, il ruolo assunto dal microbiota è cresciuto esponenzialmente. E’ noto ai più che a livello intestinale è presente una ricchissima flora microbiologica, che svolge un ruolo fondamentale nel regolare la corretta fisiologia dell’apparato gastro intestinale e nel garantire il mantenimento di una adeguata capacità digestiva e assimilativa dei nutrienti introdotti dalla dieta. Tuttavia il condizionamento indotto da questi microrganismi sulla nostra fisiologia è davvero amplissimo così come ampia è la loro diffusione: nel nostro corpo abita una comunità microbiologica batterica talmente vasta da superare di ben 10 volte il numero delle cellule dell’organismo umano e si ritrovano colonie di batteri non patogeni (essenziale sottolineare questo elemento: non tutti i batteri sono causa di malattia!) a livello della bocca, della pelle, della vagina, dove svolgono funzioni essenziali. La prima interazione che è stata evidenziata è stata quella con il sistema linfatico per la differenziazione e sviluppo del sistema immunitario, per cui è assolutamente noto da tempo che la prima linea difensiva del nostro organismo nasce a livello intestinale e che una colonia microbica florida è essenziale perché il sistema immunologico funzioni al meglio. Ma non è assolutamente tutto qui! Il microbiota è talmente importante che qualsiasi causa o condizione ne alteri la struttura e la vitalità (inducendo uno stato cosiddetto di “disbiosi”) porta a conseguenze spiacevoli per l’individuo.


Interazioni tra microbiota e organismo umano

Alcuni esempi meno noti ma assolutamente interessantissimi di interazioni tra microbiota e organismo umano sono i seguenti:

  • l’asse intestino/cervello (al punto da far ipotizzare l’uso di probiotici come coadiuvanti o preventivi per alcune malattie mentali, soprattutto legate all’invecchiamento cellulare) grazie all’interazione del microbiota con alcuni processi fisiologici cerebrali

  • l’utilizzo per combattere lo stress ossidativo grazie alla capacità del microbiota di inibire la formazione di elementi pro-infiammatori e pro-ossidanti

  • l’utilizzo per combattere le dislipidemie e l’obesità grazie all’azione del microbiota intestinale sugli acidi biliari secreti, sull’aumento degli acidi grassi, sulla produzione di geni favorenti l’obesità e sull’aumento della disponibilità di lipopolisaccaridi 

  • l’impiego nelle cistiti ricorrenti in concomitanza, ma non solo, con frequenti e ripetuti cicli antiobiotici


Un capitolo a parte meritano i bimbi molto piccoli. Nel periodo gestazionale, il feto resta in un ambiente sterile e protetto e lo sviluppo del microbiota è sostanzialmente quasi nullo (ad eccezione di una minima colonizzazione a seguito del contatto con il liquido amniotico) per cui le prime fasi di vita corrispondono all’inizio della proliferazione del microbiota che mediamente si completa entro i primi sei mesi di vita.  Una delle conseguenze più immediate e spiacevoli di questa non completa colonizzazione è data dall’aumentata incidenza di coliche gassose dovute a una non completa e non ottimale digestione del cibo in transito con eccesso di fermentazione e formazione di gas addominale. Nell’ultimo ventennio, il rimedio principale per alleviare gli effetti delle coliche è non per caso costituito da Lactobacillus Reuterii, cui si possono associare sostanze quali il Simeticone (emulsionante delle bolle d’aria) o estratti vegetali ad azione carminativa quali Anice o Finocchio.


Microbiota e virobiota

Un altro elemento essenziale da sottolineare è che il cosiddetto “microbiota” in realtà è la risultante di una coesistenza tra batteri (microbiota in senso stretto), funghi (micobiota) e virus (virobiota) anche se delle ultime due categorie si conosce meno rispetto alla prima; le tre famiglie microbiologiche coesistono in un equilibrio e una proporzione ben definiti, al punto che qualsiasi condizione generi una alterazione di questo equilibrio crea effetti indesiderati legati alla prevalenza delle altre famiglie microbiologiche. Un esempio piuttosto diffuso è l’aumentata incidenza di candidosi vaginali a seguito di terapie antibiotiche soprattutto se protratte nel tempo: come si spiega questo elemento? Gli antibiotici, essendo sostanzialmente relativamente poco specifici, non combattono solo i batteri patogeni responsabili dello stato di malattie per cui tali farmaci sono stati prescritti, ma danneggiano anche le colonie batteriche che nel nostro organismo sono ospiti graditi e non patogeni. A seguito di questo impoverimento della flora batterica (“microbiota”) ciò che ne risulta è una alterazione del fisiologico equilibrio con la colonia micotica (i funghi del “micobiota”), cui consegue un aumento del rischio di sviluppare i sintomi tipici di una infezione fungina.

Venendo peraltro dalla stagione fredda e dai suoi malanni, avendo magari dovuto ricorrere all’assunzione di antibiotici, e magari anche più volte nel breve volgere di alcuni mesi, il microbiota intestinale (il più noto come detto ma anche numericamente il più diffuso e per questo il più danneggiato dalle terapie antibiotiche) può non essere più in grado di svolgere al meglio le sue funzioni: senza entrare nello specifico di teorie medico-filosofiche  più complesse, banalmente la sola etimologia greca del termine “antibiotico” (anti-bios, letteralmente “contro la vita”, ovviamente dei batteri patogeni responsabili delle malattie) fa riferimento a qualcosa che non favorisce lo sviluppo e la vitalità dell’organismo, per cui ad un ciclo di farmaci di questo genere andrebbe accompagnato o fatto seguire un supporto “pro-biotico” , ovvero favorente la vita e la vitalità . L’associazione tra antibiotici e probiotici mira a minimizzare l’impoverimento del micriobiota che comporterebbe problematiche legate alla disbiosi intestinale, per esempio diarree o stipsi, ma anche  allo sviluppo delle difese immunitarie, la cui prima linea risiede proprio a livello della flora batterica intestinale. E’ altresì chiaro che cicli di probiotici (addizionati di Vitamine del gruppo B e di prebiotici, ovvero nutrienti in grado di nutrire la neo-colonia batterica in via di formazione a livello intestinale) sono decisamente un valido supporto anche in assenza di concomitanti terapie antibiotiche. 

Nella parte introduttiva si è fatto cenno al fatto che il microbiota vanta molteplici specie microbiche (circa 160) appartenenti principalmente alle seguenti famiglie: Firmicutes, Bacteroides, Actinobacteria, Proteobacteria. Diverse specie possono svolgere diverse funzioni ed essere particolarmente indicate per combattere diverse problematiche: in generale, le famiglie di probiotici (ceppi che colonizzano la flora batterica) più noti e diffusi sono Lactobacilli e Bifidobatteri, anche se moltissimi integratori destinati a trattare alterazioni della funzionalità e motilità intestinale contengono funghi come il Saccaromyces Boulardi, volti a rinforzare la componente micotica del microbiota. Un elemento piuttosto essenziale è legato alla formulazione dei preparati contenenti probiotici: la tecnica farmaceutica ha sviluppato soluzioni in grado di veicolare i batteri in forma viva e inalterata a livello del distretto dove sono inidirizzati in modo mirato: maggiore è la frazione viva, più efficace è la capacità di ricolonizzare l’organismo. Talora i probiotici vengono addizionati di prebiotici, che sono i nutrienti, come detto, del microbiota: si tratta soprattutto di fibre indigeribili a livello gastrico e amidi polisaccaridici che vengono metabolizzati e biotrasformati nel distretto da ricolonizzare fornendo cibo ed energia al microbiota. 

Una disbiosi a livello intestinale sembra peraltro essere legata ad una delle condizioni patologiche a crescente diffusione: la Sindrome del Colon Irritabile. E’ una condizione patologica non invalidante ma certamente molto fastidiosa caratterizzata da una patogenesi non chiara: in altre parole, non è chiaro il perché si manifesti. La sindrome del colon irritabile comporta un dolore altalenante sordo e diffuso, che può aumentare o diminuire in modo non specifico e non diretto in relazione alle evacuazioni intestinali: questo elemento è molto significativo perché, ahimè, non è detto che riuscire a mantenere una certa regolarità sia in termini di frequenza delle evacuazioni che di natura della massa fecale possa comportare un migliore controllo del dolore. A livello patogenetico, sembra esserci una correlazione tra l’incidenza di tale sindrome e uno squilibrio tra Firmicutes e Bacteroides e una diminuzione dei Bifidobatteri. Tale disbiosi genera uno stato infiammatorio che porta al dolore, al gonfiore addominale e all’alterazione della funzionalità intestinale. In assenza di una specifica causa scatenante, una volta escluse altre patologie d’organo ben più gravi (quali cancro del colon, malattie croniche infiammatorie come il morbo di Crohn o intolleranze alimentari specifiche come ad esempio la celiachia, ovvero l’intolleranza al glutine), il trattamento è volto ad alleviare i sintomi: antispastici per lenire il dolore, antibiotici ad assorbimento intestinale quale la Rifaximina, probiotici per ripristinare il corretto bilanciamento del microbiota, rimedi per la stipsi o per la diarrea a seconda della predominanza dell’una o dell’altra.

Da quanto detto, è dunque chiaro quanto importante sia il microbiota per il corretto funzionamento del nostro organismo e perché sia così diffuso l’uso dei probiotici per vari e diversi usi.


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