Un binomio essenziale per una strategia vincente
In ambito medico-salutistico sempre più si stanno diffondendo strategie e protocolli finalizzati alla prevenzione degli stati di malattia e all’importanza di uno stile di vita attento e, seppur senza eccedere, controllato. Osservando le statistiche relative ai farmaci etici (soprattutto in regime SSN) venduti mensilmente nelle farmacie italiane, si evidenzia una netta prevalenza dei farmaci destinati a disturbi dell’apparato cardiovascolare, siano esse cardiopatie, stati ipertensivi o problematiche del circolo periferico. In questo contesto, una corretta prevenzione può dare risultati eccellenti.
Non tutto logicamente può essere prevenuto e nemmeno evitato semplicemente attenendosi a una buona condotta di vita e alle linee guida stilate dagli organi competenti nei vari ambiti di interesse medico; è altrettanto noto che, pur non essendo quella medica una scienza esatta, le probabilità di incorrere in conseguenze poco piacevoli aumentano proporzionalmente allo scostamento dai suggerimenti stilati dal personale scientifico.
Fare prevenzione significa provare a ridurre l’impatto di alcuni elementi che possono determinare la comparsa di una alterazione del corretto funzionamento dell’organismo; fare prevenzione significa sostanzialmente prendersi cura di sé. È chiaro che il fattore-tempo in ambito preventivo è fondamentale: più precocemente si evidenziano eventuali scostamenti dalla condizione ideale e maggiori sono le possibilità di successo nel ridurre i rischi per la salute.
Quando si parla di strategie preventive si fa riferimento ad un amplissimo novero di linee guida e suggerimenti (quindi, in prima istanza, NON di interventi correttivi che contemplino l’uso di prodotti farmaceutici e/o salutistici): il consiglio è quello di monitorare con regolarità e frequenza variabile in ragione del rischio statistico (proprio di ciascun individuo) alcuni semplici parametri; data la grande diffusione di problematiche relative all’apparato cardiovascolare, ci si è concentrati in modo particolare sullo studio di una tabella dei fattori di rischio per ipertensione e patologie cardiache: tale elenco si suddivide in elementi non modificabili (età, sesso, familiarità) e modificabili (ipertensione, colesterolo, diabete, fumo, indice di massa corporea, stile di vita,….); sui primi non si può ovviamente fare nulla se non tenerne debito conto per determinare la frequenza dei controlli cui sottoporsi; i secondi possono invece essere monitorati, determinati ed eventualmente corretti.
A questo punto la FARMACIA DEI SERVIZI può giocare un ruolo molto utile: molti pazienti controllano abitualmente la pressione del sangue, il diabete e il colesterolo (anche se più correttamente andrebbe valutato l’intero profilo lipidico determinando la frazione potenzialmente problematica del colesterolo stesso e quindi l’impatto sul sistema circolatorio): apparecchiature per le autoanalisi sempre più sofisticate ed affidabili sono oggi a disposizione quotidianamente dei clienti delle farmacie. Per quanto riguarda la misurazione della pressione arteriosa, si possono trovare in farmacia sfigmomanometri in grado di evidenziare un potenziale rischio di fibrillazione atriale o comunque alterazioni della regolarità del battito che possono, di concerto con il medico di base, essere immediatamente valutati e analizzati con un elettrocardiogramma eseguito in farmacia e refertato in brevissimo tempo grazie alla telemedicina.
Molto utili possono essere anche i monitoraggi nelle 24 ore secondo Holter della pressione arteriosa e della attività cardiaca.
Sempre più diffuse sono anche le Bilance Impedenziometriche, strumento in grado di determinare la composizione corporea relativa grazie ad un software collegato alla bilancia; tenere il livello di grasso sotto controllo è essenziale.
I monitoraggi sopraelencati sono eseguibili in un numero sempre crescente di farmacie sul territorio (oltre che ovviamente nei centri ospedalieri), con considerevole aumento della fruibilità e della comodità.
Tali strategie preventive sono indicate ed estese a tutta la popolazione ed andrebbero intese come una opportunità per tutti e non solo per chi ha già una storia di problemi di salute in detti ambiti. L’aumento dell’età determina fisiologicamente un aumento dei rischi di usura e quindi un aumento dell’incidenza degli stati di malattia; ne consegue che con l’aumento dell’età i controlli preventivi dovrebbero diventare una buona pratica.
Molto altro potrebbe essere detto sul tema della prevenzione: progressivamente all’affinamento delle conoscenze sulle diverse patologie, è cresciuta e cresce la consapevolezza su cosa sia meglio fare per ridurre i rischi di contrarre dette malattie.
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